sabato, dicembre 16, 2006

La sinistra moralista perde il tatto della beneducata mediocrità

Finita la pacchia delle proteste e critiche continue applicata al governo degli altri, ora, con l`epilogo della finanziaria si passa alla notte dei lunghi coltelli. Il velluto steso in questi lunghi mesi a dimostrare una improbabile armonia"sinistra" nel venerdì che approva le tasse e le cicogne rosse cosegna una maggioranza affettata e irrimediabilmente sconfitta. Il dolore della Nazione e l`agonia accertata del centrosinistra non ammettono più le civettuole repliche di Prodi e Schioppa. Che non ascoltano più neppure i propri fideles. La morbida penobra che si erano costruiti all`insegna del Paese che era stufo del centrodestra, e quindi pronto a cambiare a loro vantaggio, cozza con la critica assordante che viene dalla piazza e dalle parti sociali. In questa dèbacle vi è tutto un apparato artificioso di critica concreta dei bisogni, che va dai media, alla confindustria passando naturalmente per il demagogico sindacato, senza dimenticare gli estremismi, che di quella coalizione sono la caratteristica più evidente. Lo stato attuale è quello della consapevolezza. Degli errori e orrori di una manovra insostenibile e ingiustificabile a ogni più elementare critica. Non è un semplice lamento, quello degli italiani, ma un chiaro segnale di disapprovazione. Come spesso accade il Paese si mostra più avanti dei nostri rappresentanti in Parlamento. Le sofferenze, a sinistra, provengono in buona parte dagli idealisti delusi. Dai moderati di sinistra, ma anche dagli estremisti, sempre più numerosi. Quella beneducata mediocrità a cui ci avevano abituati, condita di moralismo cuturale (il caso delle rumorose proteste e minacce che provengono dall`università sono solo un caso fra i mille che sappiamo), fanno oscillare il pendolo della soddisfazione verso il punto più basso di interna incomprensione. C´è un`azzurro incredibile, intensissimo, che in questo scenario sempre ritorna. Il Centrodestra, e Berlusconi in particolare, possono far uscire il Paese dalla furia spaventosa di caos e demagogia che da sinistra hanno portato. L´idea che si determini un unico partito in tempi brevi nè sarebbe un definitivo segno. Ci sentiamo, nella tristezza della situazione, pronti a lasciare il furore per i torti subiti per urlare la gioia di una possibile ricostruzione liberale. Fin dal fondo. Così come era nella volontà di un decennio fa. Il trapasso dello sconforto dopo le elezioni era un prezzo da pagare. Le proposte e l`impegno dei blogger possono aiutare quella magia di cui tutti abbiamo bisogno.