martedì, febbraio 20, 2007

L´ambiguità di D`Alema su Vicenza. Prima si, ora forse.

L´ultima, ma non la prima delle ambiguità di D´Alema cade sulla decisione già presa (sembrava) di dare il nulla osta all`ampliamento della base Vicentina. Ora dopo la manifestazione di sabato (e sottolineo, a cui hanno partecipato perlopiù i militanti raccolti da tutta Italia dalle file del movimentismo, dei no global, dall`estremismo politico di sinistra e non ultimi i tanti personaggi dell`avanspettacolo pseudo artistico italiano; tutti, ma meno o pochissimi i vicentini unici interessati) tutto sembra rimesso in discussione. Un`altra area, un`altro posto lontano da quello, o peggio non concedere proprio nulla agli sfacciati americani! Lui, il Ministrone degli Esteri propone ulteriori valutazioni. Si forse, balbetta, come nel caso del Kossovo, quando speculava sull`intervento italiano, sostenedo che il nostro ingaggio era una presenza di difesa attiva. Cari amici, così nasce la non del tutto sbagliata immagine di un`Italia inaffidabile e macchiettara. Che lo si voglia o no è così. L´inattività di una politica estera succube degli estremismi pacifisti a un solo senso, fanno identificare quella politica come una sorta di dottrina della contemplazione sugli eventi. Un accomodarsi verso posizioni immobiliste e giustificatorie al contempo prive di responsabilità. Sembrerebbe che questa ambiguità dalemiana abbia contagiato anche i radicali. Di loro non si sente quasi più. Bonino, Pannella sono fermi alla loro minestra: rivendicano gli otto senatori mancanti. Punto e basta. Sarebbe molto più decoroso se Pannella faccesse uno sciopero della fame e della sete sulle ambiguità della Farnesina e del suo primo inquilino. Ma sarebbe chiedere troppo. Lui, loro, non osano mai nei piani del potere vero. I comunisti non gli hanno mai combattuti veramente. Solo nella retorica. Quella si. A iosa.