mercoledì, aprile 25, 2007

La Germania e la Siemens: Storia di un'amore perduto..

Klaus Kleinfeld si é dimesso. Questa é la non notizia del giorno sui quotidiani online tedeschi. Dopo giorni di chiacchere e di lotta contro tutti, il principe decaduto del piú grande gruppo industriale tedesco si é ritirato e lascia la poltrona - peraltro poco ambita al momento - a un non ancora certo successore. Kleinfeld non ce la fatta a stare in piedi travolto dagli scandali e scandaletti che hanno colpito la Siemens. Dopo la perdita / vendita della telefonia mobile a BenQ con conseguente fallimento e perdita di migliaia di posti di lavoro in Germania, dopo la scoperta dell'acqua calda che la corruzione esiste - ohi ohi - anche in Germania e serve molto bene alle aziende infiltrate nello stato come la Siemens, dopo la scoperta - ma guarda un po' - dei fondi neri per corrompere il sindacato, dopo la caduto del Dio Von Pierer per anni osannato come un profeta - qualcuno l'avrebbe voluto presidente tedesco... per KK - il suo delfino -era diventato molto difficile.
Partito male con una papera - tutta molto moralistico tedesca - creata dalla famosa foto taroccata con e poi senza Rolex, il giovanotto venuto dal nulla non ha retto alle difficoltá - a dir la veritá piú politiche che economiche e si é liberato della zavorra.
La Germania comincia a svegliarsi dal sonno dogmatico dell'impresa di pulizie e capisce sempre di piú che la realtá é diversa dall'ideale hegeliano.
È cosí? Sarebbe troppo bello. No, credo di no. In un tempo di nazionalismi sfrenati fatti da bandierine provinciali che farebbero inorridire i veri patrioti come Mazzini o Herzl, anche i marchi di un'azienda vengono difesi come fossero territorio nazionale. Cosí fu con l'Olivetti, cosí é stato con Alitalia e con Telecom Italia o con Autostrade qui da noi. Cosí succede in Francia e cosí succede anche in Germania. In questa follia acritica che inizia con la caccia alle streghe del cattivo di turno e si conclude nel silezio del nulla, non ci attendiamo una grande rivoluzione.
Forse un po' di maretta ma niente di più: Siemens rimarra`la Siemens che tutti noi che viviamo o abbiamo vissuto in Germania conosciamo: quella dei PC negli uffici statali, quella delle forniture pubbliche e quella delle 35 ore di lavoro - pagato dalle sovvenzioni dei tassati di turno.
C'é tanto di hegeliana memoria in questo colosso: l'ideale che in fondo é molto reale e razionale.

martedì, aprile 17, 2007

I "Bravi" del Corriere tra Sircana e Berlusconi

Come sempre predicano bene e razzolano male. Si potrebbe dire, i soliti noti della disinformazione italiana. Come nel film di Totò: La banda degli onesti. I Corrierati dello spregio e dello sfregio, sempre a caccia di petegolezzo e di scoop. Loro, che appena qualche settimana fa, avevano occultato le foto discutibili del vice di Romano Prodi (e solo dopo pressioni e lunghi giorni di silenzio, " osarano" affrontare l`amicone di interessi) ora pubblicano dalle colonne di Oggi (gruppo RCS) le foto di Berlusconi in compagnia di cinque belle donne. Col chiaro intento di risvegliare malumori familiari in casa di Silvio. Magari di provocarli. E anche se nella pubblicazione degli scatti volontariamente siano state omesse le altre presenze, maschili e femminili, ciò per loro non importa. L´essenziale era gettare fango. Quello stesso Oggi che comprava per 100000 euro le foto di Sircana ma che poi non pubblicava più.

Un mistero da proteggere. Ma chi se ne frega dei gusti sessuali di Sircana!!

La legge degli interessi (e forse dei ricatti) prevale in casa RCS su ogni più elementare regola giornalistica. E il giornalone del gossip nazionale (visto che le notizie non esistono) amplifica il malcostume di invadere perversamente la sfera privata. Fossero loro le vittime, allora sarebbero guai (vedi Sircana, e non solo).
Il fatto è che a questa me-da quotidiana spacciata per notizia preferisco di gran lunga "Scherzi a parte"!

lunedì, aprile 02, 2007

Aereoflot e Messicani, le scorciatoie di era Prodi.

Vien da ridere solo a pensarci. Le telecomunicazioni italiane in mano a una società messicana, e la compagnia di trasporti Alitalia in mano alla russa Aereoflot. Non per pregiudizi speciali verso questi due Paesi, piuttosto, per ragioni legate alla reale efficenza dei due potenziali aquirenti.

L´armonizzazione di una compagnia di telecomunicazioni, peraltro con risultati buoni, come quella di TelecomItalia, e con possibilità di sviluppo ancora migliori avrebbe dovuto consentire una cessione ragionata. Non penso solo a investitori nazionali capaci, ma anche a stranieri omogenei all`interesse (non solo propri quindi) della nazione. Invece come sempre si propende alla speculazione finanziaria. E su questo il governo attuale è tutt`altro che lontano dall`avere precise responsabilità. Tutto visto e rivisto. Come ai bei tempi dell`Iri. Ora le comiche di una maggioranza che reclama non più sottovoce su l`operazione ritenuta pericolosa visto l`interesse strategico delle telecomunicazioni. Se poi ci attende una reazione tardiva e con ulteriore protezionismo sarebbe pure peggio!

Che l`Internazionalismo (consetite che si scriva con la I maiuscola, visto il passato "glorioso" dell`Internazionale socialista) di Unicredit fosse ambiguo c`era da aspettarselo. Non era ancora, fino a oggi, a conoscenza il partner dell`investitore straniero. Ora è alla luce del sole. Si tratterebbe di Aereoflot, la "brillantissima" compagnia russa campione di disorganizzazione e di incidenti. Ma forse non di profit. Ed è questo quello che conta per taluni investor. Se a ciò si aggiunge che il compagno Putin può aver reso la strada più agevole all`investimento, allora le nostre perplessità divengono certezza. Qualcuno, per attenuare le critiche, parla dei profitti che si profilano nel mercato dell`est. Noi parliamo soprattutto dei rischi di cedere una compagnia a un`altra che tutto è meno che campione di efficenza!! Provate a volare con quella compagnia nel suo territorio, ne vedrete delle belle.
Essere dipendenti dal gas russo non era già troppo??

Siamo contrari a interferenze nel mercato da parte della politica, tuttavia avremmo preferito, a suo tempo, il partnerariato con Lufthansa, con Air France o Klm o BA. Compagnie di garanzia economica, di sicurezza e di mercato vero. Le privatizzazioni in Italia sono state impostate male a destra e sinistra. E i risultati si vedono. Solo, la sinistra, riesce perversamente a portare a compimento lo sfregio, in barba a ogni regola di mercato. Complici gli attori di sempre, con pseudo imprenditori e pseudo politici, e i sindacati che cascano puntualmente dalle nuvole.