lunedì, ottobre 16, 2006
Che i giornali italiani non siano la stampa libera (finanziata da editori puri si intende) che uno vorrebbe, lo si sapeva da tempo; non fa eccezione il Corrierone nazionale, e nonostante tutti i suoi sforzi di presentarsi come giornale libero (in certi momenti hanno pure la convinzione di esserlo!) non riescono a convincere e conquistare i troppi del mondo liberale e della produzione di cui avrebbero disperato bisogno. Cioè di quella fiducia e rispetto che li innalzerebbe a rango di giornale serio. Un esempio classico è stato dato col sostegno entusiastico a Prodi prima celebrato come il liberatore, poi criticatissimo (la manovra era indigeribile) e questo nonostante nel dicastero più importante vi fosse quel Tommaso Padoa Schioppa amico del giornale che nella pratica avrebbe dovuto sostenere la loro idea di mercato. Ma, come succede talvolta, Giavazzi (spietato con Tremonti su tutto, salvo mai scusarsi sulla vera entità dell`andamento dei conti, molto meglio di quanto le accuse dicessero) altro economista autorevole della scuderia Corriere, boccia a chiare lettere il pasticcio. Sostiene addirittura che sarebbe bastata una manovra della metà rispetto a quella governativa. Poi qualche aggiustatina qua e là, ed ecco il miracolo, il Mostro è meno mostro, della serie: dipende poi, se ci ascoltano saremo buoni altrimenti... non sappiamo. Finchè godono di potenza e di influenza, tutelando magari, chi li sostiene finanziariamente, sono capaci di lodi e deferenza, altrimenti....Un`altra testimonianza a prova della furbizia solferina, ci è venuta l`altro giorno, con la nuova proposta di legge a firma Gentiloni. Chissà perchè lo stesso giorno ci siam visti l` editoriale "La strada giusta" a favore della nuova proposta di legge, intera terza pagina con intervista a Dalema, intera quinta pagina con intervista a T.Padoa Schioppa. Gatta ci cova. Non sarà mica per le quote di pubblicità riservate ai quotidiani? Naturalmente nel regno delle furbizie e degli interessi (ma solo di alcuni), diranno di no. Noi dubitiamo. Daltronde mai una volta che abbiano fatto autocritica. Perchè, per esempio, prima si convintissimo a Padoa Schioppa e poi no, e poi di nuovo ni e poi ancora no? Il problema dell`informazione si pone (non solo per Emilio Fede!)quando un concorso di influenze dannose impedisce un libero sviluppo della democrazia parlamentare, non è in discussione la critica (sempre benvenuta) bensì la furbizie!!
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